Bevo a sorsi la giornata bianca
-come il mio rhum-
con la sorte clandestina
che fugge dalla noia
il crepuscolo trama
l’insonnia della notte
-all’orizzonte vaporoso fumo bianco umido-.
Lei è distesa
-tempo sulle cose-
nei mutevoli pensieri
bramo il sorriso dei suoi occhi d’oceano
i denti eburnei.
Mi ha visto consumato
ripiegato su me stesso -vecchio sudario-
ha raccolto i frammenti
l’ha seppelliti nelle nuvole del golfo
con le lacrime -zampilli d’acqua salata-
m’ha condotto verso la redenzione dei suoi abbracci
la resurrezione di un amore infinito,
infinito come il cielo dov’ero sepolto!
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