lunedì 28 luglio 2008

Confessioni di un vecchio bugiardo misantropo - per forza di cose-.

Na 2/2/99 I° abbozzo

Confessione esile d’un bugiardo misantropo – per forza e/o forma di cose -.

Oggi, in quest’ozio incerto
senza piacere né motivo,
come un tumulo aperto
chiudo il mio cuore.
Nell’inutile coscienza
che è inutile tutto,
lo chiudo, contro la violenza
del mondo duro e rozzo.
( F. Pessoa )



Ho conosciuto il mondo borioso con le sue lussurie, con i suoi cardinali
ladroni, con le sue pastoresse evangeliche – parti di costola d’uomo –
con i suoi inetti politici, con le sue luride violenze, con i suoi
tangheri sistemi amministrativi; con i suoi artisti e l’ho preso a schifo,
l’ho odiato!
I bigotti non si trovano in questo rifugio che ho costruito: un’ermetica
ed introversa tomba chiamata Solitudine, esilio voluto; Misantropia.
Per me ora tutto è silenzio! tutto è niente! vivo nella più totale
indifferenza : tutto è indifferenza!

Amare il libertinaggio come forma di sfogo, d’evasione. Ma per quale
fine, a che scopo; forse dovrei rovinarmi lo spirito e compromettere il
mio riposo eterno nei Campi Elisi per aver sperperato col corpo, col
vizio e con i piaceri di questo tempo? far ardere il petto e barcollare la
mente con droghe ed alcool e poi…? poi semplicemente estasi,
immagini d’ebbrezza : ed io principe dell’estro, alchimista supremo del
capire, del vedere, del toccare e del provare l’arcano, il “non visibile”,
l’assurdo, l’incoerente, l’essenza spirituale di tutto dovrei aiutarmi con
“liquori e papaveri” per vedere, per sentire, per divertirmi, per
comporre; per ispirarmi ?!
Ah, ristretti artisti dipendenti ! incapaci perfino di non bere, di non
essere poeti autonomi !
Ah, distrutte genti prive d’immaginazione!
Ah, povera gioventù ormai confusa dall’evasione, dalla moda
incostante, dall’immediatezza, dal “ troppo razionale” che impone al pensiero ed alla
fantasia censure suicide, brevi istanti sempre più impercettibili :
avverso futuro, già conscio, purtroppo, di ciò che dovrà essere !
Cos’è la poesia se non la metamorfosi continua di quello che sono,
se non un’immedesimazione momentanea del mio spirito in ciò che non è mio.

Sono un pigro, per questo ho scelto la poesia – il poetare – come forma d’espressione artistica, perché è il tramite più breve, ma più inteso per esprimermi.

Sono un poeta, un incostante, quindi, un genio.
Il genio non può rimuginare in una sola macina per sempre, allora fa uso della sua incostanza per conoscere, evadere dalla sua realtà per rintanarsi in un’altra ed assimilare, scoprire, affondare in monotonie diverse, nuove : tutto ciò è conoscenza, voler conoscere, incostanza artistico- culturale- geniale.
Geni si nasce, colti si diventa, poeta non si nasce e né si diventa: si distrugge! Il poeta è – in quanto entità reale – e basta!
Non ho mai amato la scuola, ma non vuol dire che non ami acculturarmi. L’antinomia, per me, va intesa come incostanza geniale, un’incostanza così incostante, satolla di confutazioni che diviene incostantemente costante tanto da non sembrare più ambigua per l’incostante – genio -.
Il poeta è colui che soffre, muore e risuscita per il bene del lettore!

NA 8/3/000 ORE 17:30 – NA 11/3/00 ORE 11:17

Mentre filosofavo sui miei modi di vita per renderli sublimi, aulici e superiori ad ogni essere vivente – una vendetta epistolare su chi da sempre ha avuto la meglio su me: il mondo, l’uomo – un rozzo matematico mi contraddì una definizione, il significato d’un vocabolo - che gli accostai nell’intreccio di parole sputategli addosso per ammaliarlo - che neanche conosceva, se non quando, dopo la nostra conversazione, volle da “razionale-monotono” accertarsi, consultando tre vocabolari e mezzo, che davvero tale significato fosse il giusto, il vero, l’attendibile.
Trovò delle differenze e mi confutò!
Il poeta, però, è colui il quale trasvaluta, tropa qualsiasi aspetto e significato.
Ciò che leggo, anche per apprendere, non ha spesso le sembianze che i miei approcci al testo prevedono, desiderano! Un vocabolo, quasi sempre, è composto da significati che vanno dal letterario al figurativo e – solo per i poeti – ad un’associazione di idee, costruzioni, estri eccentrici che permeano la natura del vocabolo stesso mutandolo – e ciò avviene nel modo più perizioso possibile: da artista – quindi associandolo ad una più “alta definizione” contraddittoria ( per i tangheri prosaici) con quella scontata – razionale e giusta – ma tanto, tanto vicina alla veritiera da sembrare la più attendibile e completa, anche dal punto di vista stilistico, scritto, espressivo, logico e contenutistico.


ICONOCLASTICO (DEFINIZIONE RAZIONALE ) = DISFATTISTA DI IMMAGINI, COSTUMI.


Disfattista d’immagini = Genialità, diabolicità,
comunque, ribellione, indole divergente


Costumi = Società, CANONI

QUINDI:



“Mente diversa, bizzarra che esercita una forte critica – una critica violenta, nichilista – contro i canoni della società in cui vive!”
“Fluttuo nell’invisibilità dei miei moti statici, dei miei canoni inversi…”


Na 4/8/00 ore 9:32 - Na 30/11/00

Mentre sorseggiavo il mio solito gotto di luna ed ebbro di stelle e galassie pensavo al senso d’un mio verso – insomma, ero in uno stato di trance dove storpiloquiavo con la mia penna deforme – mi consigliai di evitare i poeti : sono una brutta razza, davvero strani: puliti, ma sporchi, intelligenti, ma stolti; eterosessuale, ma eterosessuale; esoterici, ma essoterici; pacati, ma nervosi; stoici, ma dinamici; diabolici, ma angelici; dolci, ma bastardi; avvezzati, ma selvaggi; religiosi, ma atei; masochisti-edonisti di dolore di vivere, ma amanti d’una pacata esistenza – equilibrati - ; avari, ma generosi; tristi, ma felici; soli, folli, indolenti, ma dolenti; ordinati, ma geniali; sciocchi, ma sensati; colti e ignoranti.
Tempo fa una insegnante mi disse che avrebbe voluto poter entrare nella mia mente: benvenuta nell’immensità, nell’infinito nulla e nell’infinità del tutto; nella distorsione del pensiero, nella stupidità; nella libertà di galleggiare per il mondo; del monocromatico che ha i colori dell’iride; di paradisi ed inferni, di clangori intonati da una sola tromba, di elfi lacustri e demoni silvani, del tormento del serpente, del fiume di sangue dove bagno i miei multisomatici corpi; zufolando sulle nuvole la porterei sino ai confini dell’arcobaleno – dove c’è l’oro - , scivolando,poi, giù per il giallo, fino a terra.
La mia mente, questo marasma di idee. Il mio spirito, questo flusso di mistero, queste onde che battono ambizioni e risaccano aridità.
La mia mente, questo timone di governo delle mie follie, dei miei versi folli. Il mio spirito, l’archè della mia poesia, del mio tratto, della mia esistenza brulla, dell’afflato maledetto! il mio tormento!


NA 2/12/00 ORE 11:59

Mi proposi di studiarmi, autodefinirmi: ma come si può concepire, concentrando in uno studio, l’infinità d’una follia!

Na 4/12/00 ore 19:02

No, non sono un pessimista! io canto l’utopia, la stupidità, la grossolanità e l’amara ingiustizia del dolore di silenzio che ho dentro, che preme il petto: l’amarezza d’essere stato creato, quest’irriconoscenza peccaminosa verso la Luce divenuta Buio Fitto! No, non sono un pessimista! io canto la realtà dei fatti, degli eventi che sin dal grembo materno mi legarono al tormento di nascere, ad una morsa fatale che sin dal primo vagito, mi voleva monco o morto per sempre.

Na 16/12/00 ore 11:10

Ho preso a calci la vita, rintanandomi in una morte incompleta che chiamo onirismo.

Na 25/12/00 ore 10:59

Mi distruggo nei miei versi, componendo. Mi ricompongo ascoltandoli!

Na 25/12/00 ore 11:00

Fugace come il mio sorriso e cinereo come il mio vivere, se ne sta rannicchiato, compunto un verso: Megghid tra un inferno di parole.

Na 03/02/01 ore 12:08

Rincorro, illuso, le mie certezze incerte, annaspando nei folti boschi di sofismi la reale realtà e conseguenza di chi vive per morire: un grappolo di vento premuto in un calice di chimera!
Cosa c’è, chi vive al di là dei miei sogni?

Na 05/03/01 ore 00:04

Il ricordo di me: un esile strale sudicio su d’un manto bianco!

Na 07/04/01 ore 18:28

La percettibilità, un forte orecchio spirituale ed una predisposizione naturale, innata verso non solo i moti di ciò che è animato e non, ma anche e soprattutto verso ciò che anima le cose – all’interno – distingue il poeta dall’uomo: il poeta non si sofferma all’aspetto, all’esteriore, al lampante, ma va oltre, nello spirito!
Come Geremia arde! arde dell’afflato che lo tormenta, del suo rogo eterno!

Na 09/06/01 ore 20:53 –sabato-

Chi sono? Che sono? Esisto? La morte: l’unica certezza d’essere esistito…per gli altri però…ed io…? Mi consola l’infinito!

Na 20/10/01 ore 12:50 – ore 13:15 (Domenica)

Si, sono un folle! “Ma cos’è la follia, Marco?” Ah, saziamoci d’immenso! “La follia” – diceva Poe – “è una forma suprema d’intelligenza”. Detto arguto, folle, facezia ispirata da demoni, muse d’altri tempi: solenni, seri!
Sfatiamo la definizione canonica, “razionale e scontata: vera” (siamo poeti); la follia non è solo una malattia mentale, uno squilibrio nervoso. Ah, il folle è un malato in ispirito, nell’anima – dove pulsa l’ingegno, il genio - la follia è l’ispirazione, la Musa furente, lo spasimo, l’intelligibilità delle cose: il fiore colto( ossia azione, fatto compiuto). Innata pazzia spirituale, come siamo scontati, normali: si, sono una persona normalissima, tranne quando compongo, perché è in questo preciso istante che il supremo, il più arcano moto spirituale s’infiamma, brucia, sputo fuochi, bragia, follie: dico! Ecco la follia, il folle: il pensare, il pensiero, l’essenza assoluta del vivere, del fare; i miei versi folli – ossia ispirati, dell’anima, detti!-.

NA 10/11/01 ORE 7:29

Il vero peccato capitale, il più orrido: la follia! Lei va oltre l’immenso, fa un balzo dall’apice, dall’estremo e divinizza.

NA 9/2/2 ore 20:05

Cazzo ascoltatemi! abbiate pietà d’un bardo che grida, non siate indifferenti: non strillo abbastanza forse? Allora vi sanguinerò, sventrandomi d’innanzi, pregnerò le vostre scarpe, le lorderò di rabbia e quando il suono dei miei dolori risuonerà nei vostri sordi, ottusi e scettici cuori, risorgerete capirete m’ammirerete m’arricchirete ed i vostri applausi saranno, per me, lingue umili e riverenti – sprezzate – che leccheranno le mie ferite!

NA 1/4/02 ore 2:17

“L’Epifania del pensiero”: ecco! il pensiero apparso, pensato e poi fatto carne, il detto espresso – manifestazione – non necessariamente vissuto – se per vissuto intendiamo l’esperienza diretta, carnalmente toccata, sentita sulla pelle, nello spirito, un contatto epidermico – no, no io vado al di la di tutto questo; godo col pensiero, vivo col pensiero, sento odo parlo agisco creo col e il pensiero: Io il pensiero! ecco l’azione, vivere, fare, aver fatto e farò: pensare: creare, creato!
Follia! Follia, pura fertilità! E’ qui dove agisce la mia “estasi razionale”.

NA 12/6/02 ore 21:23

Troverò mai una grande estasi, un attimo eterno dove sarò appagato d’essere?



Martedì, aeroporto di Capodichino 14/01/03 ore 11:00

Vedi, noi poeti siamo i più inetti, negligenti, infingardi e reali, surrealmente parlando, esseri che esistono.

Molti cadono nell’errore di criticare ( i nostri scritti, criticarci) e commettono così, per reazione a catena, bonariamente e consuetamente un altro madornale errore: definirci, circoscriverci, limitarci in un purgatorio eterno che chiamano “poetica”.
Estendono poi la radice marcia – offendendoci di brutto – quando ci vincolano ad un “ismo” per poi, infine ( ciliegina sulla torta) cadere nel ridicolo e nel terribilmente banale quando, creduli ormai d’averci afferrato, capito, inducono la gente alla luce chiaritrice, al problema risolto, al gotto bevuto, al segreto svelato d’una vita, esistenza ( la nostra) che consacreranno, promuoveranno e che dovrebbe indurci, prima o dopo la morte
(ciò è a discrezione di questi psicopatici) ad essere quello che non siamo: poeti!
E intanto…i miei silenzi?


NA 19/02/03 ORE 11:16

Lo sa, Dott. Costanzo, cosa ha rovinato il nostro mondo? La libertà d’opinione, di pensiero, d’espressione, la parità totale tra esseri umani e bestie; eh si, le capre dovrebbero proprio essere messe a tacere con una macellazione rapida che impedirebbe così la loro belante presenza: beee…beee…beee…

Na 20/02/03 ore 12:41

L’artista, quando compone, rimane solo!

Na10/11/02 ore 12:18

Rassegnato, ormai, in una mediocrità che mi limita, punisce i miei estri; rassegnato a questa vita – che non s’accorge di me, di ciò che sono, della mia arte – dimoro compunto in questa dimensione ristretta che chiamo esistenza!

Un essere umano: ” Marco, come nasce un poeta?”
Io: ”Ogni tanto Dio scorreggia!”.

Sono stanco d’essere,
ho voglia d’avere!

Dove andrò quando sarò certo di dover andare?

Ma che pretendi da me! Il poeta è semplicemente una persona incapace di vivere,
di definirsi, di realizzarsi, di poter dire: ”Si, adesso ce l’ho fatta, sono appagato!”.

Ho un peso al cuore che mi fa spirare.
Solo io so cosa provo in quest’istante di forzato torpore, di voluta solitudine.
Albergano dentro reminiscenze improvvise che mi struggono: ho terrore del passato,
avrò terrore anche d’oggi!

Lascerò scie di malinconia
ed il ricordo della mia inappetenza bugiarda per la vita che amo,
ma che mi tormenta.


Villa fondi, 10/09/03 ore 21:30

Il mio coraggio sta nel fatto di non accettarmi in una condizione d’uomo, di vita e d’essere che i canoni razionali, collaudati di questa società ci offre, mi offre. Sono presuntuoso, tanto presuntuoso da dedicare il mio tempo a ciò che mi piace…e non sono ricco!
Fare arte è la mia ricchezza!
“Si, però, accussì te muore e’ fame!”

Napoli 22/10/03 ore 9:44

Non riesco più a convivermi!

S.Giuseppe V.no 24/11/03 ore 19:00

Cosa voglio? Solo sprofondare nel mio abisso!

Na 02/02/04 ore 2:14

Vorrei vivermi!

Na 23/02/04 ore 11:11

Sono sempre più distante da me!

Na 16/02/04

Vorrei essere in grado di essere.

Na 25/03/04 ore 17:02

Non ho difetti, ma solo pregi; pregi di avere difetti!

Na 31/3/04 ore 23:12

…(dall’infinito) e spremerò ogni mio tormento in arte!

S.Agata de’ Goti

I deliri mi stressano, ma sono la mia pietra d’inciampo, la piena e prima dipendenza.

Napoli 27/07/04 ore 00:40

Rischio la normalità (nella mia pazzia)!

Napoli 21/09/04 ore 18:02

Mi odio senza ritegno….in un eterno sogno senza risvegli!
Eppure mi amo…in un’eternità accesa e viva senza sonni, senza sogni d’odiarmi!

Napoli 27/10/04 ore 1:47

Mi deprimo per lo strazio di creare!

Napoli 18/12/04 ore 22:53

...ancora un’altra sera con Nunzia...fare l’amore rubando all’alcool l’ebbrezza, la genialità al folle , alla vita l’attimo ed alla morte la vita...scambiarci l’amore amandoci, rubare al presente l’infinito ed all’eternità un altro morso di paradiso!

Napoli 17/01/04 ore 18:35

Oggi la periferia bagnata è tragicamente, squallidamente bella. E’ sempre tutto così palesemente forviante; poi assodato: vero!
Mi riscopro un nulla accecato da tutto... tumulo di materia rivestita di coscienza (nera?).

(come al solito) Napoli 22/01/05 ore 13:10

Non che gli occhi non vedono, ma sei impossibile da vedere, sfuggente e vera come un mio sogno: irrealizzabile!
Com’è sottile ciò che ci divide: il destino di non esisterci!

(come al solito a seccare di noia) Napoli 16/02/05 ore 11:30

Sorte ostile per i miei versi: nascono per morire; muoiono per vivere!

(nella e con la più totale abulia) Napoli 17/03/05 ore 19:55

Arte, espressione:
il fomento dell’attesa, l’ardore dell’anima, l’aridità dell’afflato, l’arrivo del verso, il seme della parola, la lotta ambigua del divenire, l’amaro embrione: il verbo partorito, la marcescenza d’una mia poesia...la follia ed il coraggio di leggermi!

( Napoli, Napoli sempre Napoli: quanto t’amo!) Napoli 21/05/05 ore 10:45

Sogno un ed il CAOS della forma, della sintassi, della lingua: fanculo stream of consciousness, fanculo monologo interiore, fanculo Joyce! Sogno la libera interpretazione dello scrittore e la libera associazione del ricevente, del lettore: “Immaginatemi ciò che scrivo”. Opposto dell’inverso!

Na 04/08/05 ore 23:05 giovedì

Non so fingere d’essere altro, fingo d’essere me stesso: altro!

Na 25/08/05 giovedì ore 16:19

Arte, arte puttana, arte compromessa; m’hai derubato la vita, il raziocinio, la normalità (cos’è?). Ingannevole madre casta e subdola come l’amore!
Un crogiolo di peccati!

Parco S. Paolo (Fuorigrotta) 22/09/05 ore 15:47 giovedì

Whisky & Coca (più whisky che coca) una Becks e qualche martini: non volo, ma almeno plano! Sto bene per 1 ora, giusto il tempo che si facciano le 17:00 per andare da Max Aloise... adesso sono io, la mia poesia, le mie Merit e le illusioni d’arte! Tra circa un’ora smaltirò tutto ed allora vita...semplice ed amara vita.
Poi mi sentirò solo!

Na 23/12/05 ore 9:45

Ad un passo da te la nostalgia di ricordare, a 2 passi la solitudine di perdere; da te, in te la voglia di non ricordare e la volontà di non perdere.
Tu angelo, muta figura di suoni!

Na 10/04/06 ore 14:00

Non ho più arte da compromettere!

Na 26/04/06 ore 15:33

A volte odio leggere! odio così tanto leggere che (guarda un pò) per ripicca scrivo.

DOMENICA 25/02/07 ORE 15:01

Ho assistito e partecipato a tanti silenzi, ma quello della morte è il più assordante!

VANZAGHELLO 10/02/07 ORE 18:50 Sabato

S'innamorò di lei solo per un giorno, solo quanto basta... e quella notte durò come l'eternità dei loro orgasmi, dei loro baci, dei loro "ti amo" sinceri, dei loro amplessi, bacini sulla fronte.
Il mattino seguente si risvegliò!

BUSTO ARSIZIO 15/05/07 ORE 12:30

Ed abbraccio un desiderio come se rubassi, come se cogliessi la mela d'Adamo, come mordere oro, persino desiderare non è concesso ad un derelitto artista come me.
Dio spero in te!

VANZAGHELLO 1/12/07 ORE 10:00 SABATO

C'è chi non sa stare solo! teme i pensieri, gestirli, elucubrare, fare grinze alla mente; e c'è chi li patisce, riesce a sopportare ogni danno, chi al frastuono di queste campane del cazzo sovrappone il silenzio delle sue cose, delle sue idee, della sua vita. Chi al pensiero dà forma su di un foglio, una tela, bevendo una bottiglia; c'è chi piange, chi reagisce, chi illudendosi di dominarli ne è dominato, chi prega, chi si autodistrugge, chi recita, chi dimentica senza farlo affatto e chi questi pensieri - queste favole nere, contrite- le invoca, fa messe esoteriche e muore rinascendo in un verso.

Vanzaghello 9/5/08 ore 22:20

La poesia: forma della musica.
La musica: suono della parola, della poesia.

Vanzaghello 6/11/08 ore 19:30

Sono stanco, papà, stanco della notte che mi fa morire e del giorno che mi resuscita…stanco delle mie abitudini, delle mie esigenze (della mia vita?).


Vanzaghello 11/03/09 ore 19:30

Bare di verità mi castrano l’estro!


Vanzaghello 19/05/08 ore 12:00

Mi deluderò ancora? (!!!)





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