giovedì 6 novembre 2008

Divagazioni

Solite facce
plebee, fatue.

Che troia!
I suoi occhi stillano libidine.

L’aria scricchiola indesiderate tersitudini.
Nu,
bevo dalle tue labbra
l’immonda fine della mia solitudine.

Un’irrilevante presenza di vita
mi scuote
tumulando, per un attimo,
il vivo peso di vivere!
Ivana, trame di luna
vestono la tua pelle candida!

Affannato di morte
protendo l’infima anima
verso una fede crocifissa, tetra; statica…
l’agghiacciante peso bigotto
della religione (cristiana)
mi deprime:
consumerò questo fardello al rovente pozzo
come il vomito gli ubriachi!

Io, vulnerabile ed ingenuo
tu, puttana e puerile
come scorza di piacere sul corpo,
come ferita infetta….
come sangue sulla bocca!

Quest’infinità di cielo fagocita frammenti d’universo!
Nu, un rigoglioso sorriso ci attende:
solo in te rivedo me stesso!

Nessun commento: